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Buona giornata…”si fa per parlare”.
Parliamo con rispetto e ben sappiamo che c'è sempre qualcuno
che non sarà d'accordo. Non tutti si iscriveranno alla visione esposta in identica
visione del mondo, bisogna fare i conti con la realtà che non esiste una
soluzione perfetta quando si tratta alla moderazione.
Probabilmente è meglio andare avanti.
L’aggiornamento sulla situazione vede i corridoi umanitari
aperti per l’evacuazione. Il numero dei rifugiati è all’allarmante anche in
considerazione di una crisi alimentare in valutazione.
Lo stress nell’informazione non ha mai raggiunto livelli
così esasperati, tanto che in alcuni casi sui social si evidenzia, in crescente,
il non aver più voglia di fare che colpisce la gente comune, il livello di
fiducia traspare sul web nel blocco dei siti e bloccati e inaccessibili ed
ognuno cerca d’indirizzarli al proprio favore.
La situazione geopolitica in estrema sintesi
La questione energetica è prevalente, dobbiamo ulteriormente
guardare all’area mediterranea, nella quale ci sono alcuni punti di difficolta.
La situazione Libia in peggioramento. Dal 2004 è operativo Greenstream, il
gasdotto proveniente dalla Libia lungo 520 km che arriva a Gela; è il gasdotto
più lungo nel mar Mediterraneo e trasporta il gas estratto dal deserto libico,
è stato realizzato da Saipem, società del gruppo Eni, che possiede delle quote
azionarie del condotto (75% della proprietà).
Il futuro nella strategia energetica è ampio, il pericolo
che si ravvivino venti di guerra nel mediterraneo; preoccupano nella
ampiezza del fronte che già nel passato ha esposto crisi.
Verso est la situazione è nota con l’Ucraina che a pochi km.
vede la questione apertasi ieri della Moldavia e indipendenza della Transnistria. Il ponte sul fiume Kuchurgan è saltato in
aria in Transnistria. Un'esplosione si è verificata vicino al confine di stato
tra la regione della Transnistria e l'Ucraina, secondo quanto riferito dai
media locali. I rischi per la sicurezza includono anche l’arrivo di migliaia di
profughi, considerando anche che la Moldavia è il paese più povero in Europa.
Le case automobilistiche europee tremano di paura poiché diverse
aziende come Audi, Porsche, Skoda, Mercedes-Benz e Bentley hanno già annunciato
danni alla loro capacità di produrre automobili; poiché dipendono dalla
produzione di cablaggi elettrici dalla Ucraina e di un complesso e denso
sistema di fibre, cavi elettrici, sensori e processori. Il cablaggio raggiunge
ogni parte e ogni accessorio del veicolo che riceve tensione elettrica:
computer motore, airbag, fari, radio, finestrini e sedili. I produttori di apparecchiature
automobilistiche in Ucraina non sono aziende locali ma internazionali come Krumberg
& Schubert, Private, Japanese Yazaki e altre ancora. In pratica in tutta
l'Ucraina ci sono 22 aziende che producono ricambi per auto. Queste aziende
gestiscono 38 stabilimenti che impiegano 60.000 lavoratori. si tratta molto più
di "fili elettrici" Inoltre, più produttori hanno annunciato la
chiusura delle fabbriche, soprattutto quelle geograficamente vicine
all'Ucraina. Si tratta di stabilimenti che si trovano in paesi come la Germania
e la Repubblica Ceca. Una situazione che potrebbe produrre nei prossimi mesi un
nuovo e problematico ordine mondiale in cui le case automobilistiche europee
saranno coinvolte.
In Asia la situazione è anch’essa in aumento di stress, elementi
di tensione appaiono, si ritiene che un missile balistico di esercitazione sia
stato lanciato dalla RPDC (Corea del Nord).
La superpotenza cinese cerca di contenere con saggezza e
pacatezza la situazione.
Questa è solo una piccola finestra, la crosta in visione limitata
del mondo, fare i conti con la realtà dove non esiste una soluzione, si tratta
alla moderazione. Pensiamo che comprendere è aumentare la possibilità di
uscirne con il meno dei danni.
Come si è detto buona giornata!!..
MM
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